La coltivazione dell’ulivo e la produzione dell’olio hanno una lunga storia che inizia ben prima delle vicende del Gallo Nero e dell’Olio DOP Chianti Classico ed è strettamente intrecciata in quell’arazzo di culture, tradizioni miti e leggende condivise dai paesi che affacciano sul Mediterraneo.
Già nell’antica Grecia la coltivazione dell’ulivo era diffusa e la pianta era considerata simbolo di pace e di vita. Sono vari i miti che ne raccontano l’origine.
Una versione riporta che fu Eracle Dattilo a piantare su una collina dedicata a Crono da Zeus un bosco di oleastri (ulivi selvatici). Eracle Dattilo, che non va confuso col suo omonimo ben più famoso, era uno dei Dattili. Queste antiche divinità, secondo una leggenda, nacquero dalle dita (da qui il loro nome) di Rea, antica divinità della terra.
L’olio, assieme ai rami intrecciati degli alberi piantati dal dio divennero poi il premio dato ai vincitori dei giochi olimpici.
Un altro mito racconta che il primo ulivo del mondo nacque dalla lancia di Atena come dono alla città di Atene di cui la dea e Poseidone si contendevano il dominio. Fertile e ricco di frutti il regalo fu gradito ai cittadini che lo accettarono e lo scelsero come simbolo di pace perché poteva essere coltivato quando la città non era in guerra.
L’ulivo era dedicato alla dea e i suoi rametti erano portati durante le feste a lei dedicate e sugli altari dei templi per ricevere protezione. L’ulivo ha un ruolo anche nel mito della fondazione di Roma. Secondo la tradizione, i gemelli Romolo e Remo nacquero sotto un ulivo. Da questo scaturisce, forse, l’usanza dei Romani di far entrare due fanciulli nelle abitazioni, all’alba delle Calende di gennaio, con dei ramoscelli d’ulivo e del sale in mano augurando felicità, salute e ogni bene.
La presenza dell’ulivo nei miti ci testimonia la sua importanza per le popolazioni del Mediterraneo. Nel corso dei secoli la coltivazione dell’ulivo ha continuato a espandersi e a prosperare in tutta Italia e, in particolare, in Toscana.
Non è una leggenda che grazie all’editto del 1716 di Cosimo III de’ Medici, con in quale vennero delineati i confini dell’area del Chianti Classico, oggi possiamo gustare un olio prezioso e dal magnifico sapore, che prende il nome di Olio DOP Chianti Classico.