Olio DOP Chianti Classico: innovazioni tecnologiche e cambiamenti climatici

Negli ultimi trent’anni si è assistito a una rivoluzione per quanto riguarda la regolamentazione e gli studi sull’olio e la sua produzione. Tra i motivi principali di questo miglioramento si individuano il confronto portato avanti nelle cooperative, l’apporto dei tecnici che hanno sensibilizzato i vari produttori e la diffusione dei dati prodotti dagli studi delle università di agraria.

Il Chianti Classico collabora con le università di agraria per la realizzazione di studi sull’Olio Chianti Classico DOP con un’attenzione al tema dei cambiamenti climatici.

Fino a 10 anni fa, a fine ottobre faceva freddo, ma negli ultimi anni abbiamo notato un evidente aumento delle temperature. Si crea il problema di garantire che le olive non maturino troppo, per evitare che perdano quelle caratteristiche che garantiscono che l’olio abbia caratteristiche all’altezza degli standard di qualità.

Recentemente, visto l’innalzamento delle temperature, si è provato a collocare delle celle frigorifere accanto ai frantoi in cui conservare le olive immediatamente dopo la raccolta, anziché lasciarle in campo, a una temperatura di 6,5 gradi per bloccare tutti i processi chimici arrestando l’azione di batteri e funghi, nell’attesa che le olive vengano lavorate. Questo metodo si è rivelato efficace e si sta diffondendo, ma prevede dei costi, per questo è più facile che venga adottato da un’azienda consortile, piuttosto che da un’azienda singola. Alcuni hanno addirittura provato a mettere la cella frigorifero in campo, ma una soluzione del genere prevede costi troppo elevati.

In futuro, però, bisognerà continuare a cercare delle strategie per fare fronte all’innalzamento delle temperature se si vorrà continuare a produrre olio di qualità.